Insegnamenti

Rendere buono il cuore

del venerabile Ajahn Chah

© Ass. Santacittarama, 2016. Tutti i diritti sono riservati.
SOLTANTO PER DISTRIBUZIONE GRATUITA.
Traduzione di Dhammarato.
Un discorso nel libro The Collected Teachings of Ajahn Chah, Vol. I.

Di questi tempi la gente va in giro in cerca di meriti ovunque. (1) E pare che ci si fermi sempre al Wat Pah Pong. Se non ci si ferma all’andata, lo si fa al ritorno del viaggio. Il Wat Pah Pong è diventato un luogo di sosta. Alcuni vanno talmente di fretta che non ho né l’opportunità di vederli né di parlare con loro. La maggioranza delle persone va in cerca di meriti. Non ne vedo molti in cerca di una via d’uscita dalle cattive azioni. Sono così intenti a cercare meriti che non sanno dove metterli. È come cercare di tingere una stoffa sporca, non lavata.

I monaci parlano in modo diretto, ma per la maggior parte delle persone è difficile mettere in pratica questo genere d’insegnamento. È difficile perché non capiscono. Se capissero sarebbe molto più facile. Supponiamo che ci sia una buca con qualcosa in fondo. Ora, chi mettesse la mano nella buca senza riuscire a raggiungere il fondo, direbbe che la buca è troppo profonda. Cento o mille persone che mettessero le mani giù in quella buca, direbbero tutte quante che è troppo profonda. Nessuno dirà che il braccio è troppo corto!

C’è tanta gente in cerca di meriti. Prima o poi dovranno cominciare a cercare una via d’uscita dalle cattive azioni. Però non è poi così tanta la gente interessata a questo. L’insegnamento del Buddha è così conciso, ma la maggioranza della gente ci passa solo vicino, proprio come passa al Wat Pah Pong. Per la maggioranza ecco cos’è il Dhamma, un luogo di sosta.

Solo tre parole, quasi niente: Sabba-pāpassa akaranan. Astenersi da ogni cattiva azione. Questo è l’insegnamento di tutti i Buddha. Questo è il cuore del buddhismo. La gente continua a scavalcarlo, non lo vogliono. La rinuncia a tutte le cattive azioni, grandi e piccole, del corpo, della parola e della mente, questo è l’insegnamento dei Buddha.

Se vogliamo tingere un pezzo di stoffa, dobbiamo prima lavarlo. Ma la maggioranza non lo fa. Senza guardare la stoffa, la immerge subito nella tinta. Se la stoffa è sporca, tingerla la fa diventare ancor peggio di prima. Pensateci. Tingere uno straccio vecchio e sporco: avrebbe un bell’aspetto? Capite? Questo insegna il buddhismo, ma la maggioranza della gente semplicemente lo ignora. Vogliono fare opere buone, ma non vogliono rinunciare alle cattive azioni. È proprio come dire: « La buca è troppo profonda. » Tutti dicono che la buca è troppo profonda, nessuno dice che il braccio è troppo corto. Dovete tornare a voi stessi. Con questo insegnamento, dovete fare un passo indietro, e guardare voi stessi.

A volte le persone vanno in cerca di meriti in autobus. Sull’autobus forse discutono perfino, o si ubriacano. Se chiedete loro dove stanno andando, dicono che vanno in cerca di meriti. Vogliono i meriti, ma non rinunciano ai vizi. In questo modo non troveranno mai i meriti. Così è la gente. Dovete guardare vicino, guardate voi stessi. Il Buddha disse di avere rammemorazione e consapevolezza di sé in tutte le situazioni. I comportamenti sbagliati sorgono nelle azioni del corpo, della parola e della mente. La fonte di tutto il bene, il male, il benessere e il pericolo è legato alle azioni, alle parole e ai pensieri. Oggi con voi avete portato le vostre azioni, le vostre parole e i vostri pensieri? Oppure li avete lasciati a casa? È qui che dovete guardare, proprio qui. Non dovete guardare molto lontano. Guardate le vostre azioni, le vostre parole e i vostri pensieri. Guardate, per vedere se la vostra condotta è sbagliata o no.

In realtà la gente queste cose non le guarda. Come la casalinga, che lava i piatti accigliata. È intenta a lavare i piatti, ma non si accorge che la sua mente è sporca! Non lo avete mai notato? Vede solo i piatti. Sta guardando troppo lontano, o no? Alcuni di voi l’hanno sperimentato, direi. È lì che dovete guardare. La gente si concentra a pulire i piatti, e lascia che la mente si sporchi. Questo non va bene, sta dimenticando se stessa. Siccome non vede se stessa, la gente commette ogni genere di cattive azioni. Le persone non guardano la loro mente. Quando stanno per fare qualcosa di male, prima di tutto si guardano attorno per controllare se c’è qualcuno che li vede. « Mia madre mi vedrà? » « Mio marito mi vedrà? » « I miei figli mi vedranno? » « Mia moglie mi vedrà? » E se nessuno li guarda, vanno avanti e lo fanno. Questo è insultare se stessi. Dicono che nessuno sta osservando, così possono finire in fretta il lavoro prima che qualcuno li veda. Ma che dire di loro stessi? Non sono “qualcuno”?

Capite? Siccome trascura se stessa in questo modo, la gente non trova mai ciò che ha realmente valore, il Dhamma. Se guardate voi stessi, vedrete voi stessi. Ogni volta che state per fare qualcosa di male, se guardate voi stessi potete fermarvi in tempo. Se volete fare qualcosa di utile, guardate la vostra mente. Se conoscete il modo per guardare voi stessi, allora saprete quello che è giusto e quello che è sbagliato, quello che è dannoso e quello che è benefico, il vizio e la virtù. Sono cose che dovremmo conoscere. Se non vi parlo di queste cose, non le conoscerete. Nella mente avete avidità e illusione, ma non lo sapete. Non conoscerete nulla, se guardate sempre all’esterno. Questo è il problema con le persone, che non guardano se stesse. Guardandovi dentro vedrete bene e male. Vedendo la bontà, possiamo prenderla a cuore e praticare di conseguenza.

Rinunciare al male, praticare il bene; questo è il cuore del buddhismo. Sabba-pāpassa akaranan, non commettere nessuna cattiva azione, né col corpo, né con la parola, né con la mente. Questa è la retta pratica, l’insegnamento del Buddha. Ora la nostra “stoffa” è pulita. Allora c’è kusalassūpasampadā, rendiamo la mente virtuosa e abile. Se la mente è virtuosa e abile, non dobbiamo percorrere in autobus tutte le campagne della regione in cerca di meriti. Anche seduti a casa possiamo ottenere meriti. La maggioranza della gente, però, va solo in cerca di meriti per tutte le campagne della regione, senza rinunciare ai vizi. Poi, con le mani vuote, torna a casa alla solita faccia truce. E lì lava i piatti, è intenta a pulirli con la faccia truce. Questo è ciò a cui la gente non presta attenzione. È così lontana dai meriti!

Possiamo conoscerle queste cose, ma non le conosciamo veramente se non conosciamo le nostre stesse menti. Il buddhismo non entra nel nostro cuore. Se è buona e virtuosa, la nostra mente è felice. C’è un sorriso nel nostro cuore. Per la maggior parte di noi, però, è difficile trovare il tempo per sorridere, vero? Riusciamo a sorridere solo quando le cose vanno a modo nostro. La felicità della maggior parte delle persone dipende dal fatto che le cose vadano come piace a loro. Hanno bisogno che nel mondo tutti dicano solo cose piacevoli. È questo il modo di trovare la felicità? È possibile che nel mondo tutti dicano solo cose piacevoli? Se è così, quando troverete mai la felicità?

Per trovare la felicità dobbiamo usare il Dhamma. Di qualsiasi cosa si tratti, giusta o sbagliata che sia, non vi attaccate ciecamente a essa. Semplicemente notatela e, poi, posatela. Quando la mente è a proprio agio, ecco quando potete sorridere. Nel momento in cui provate avversione per una cosa, la mente si guasta. Allora non c’è nulla che vada bene. Sacittapariyodapanan: dopo aver eliminato le impurità, la mente è libera dalle preoccupazioni. È serena, gentile e virtuosa. Quando la mente è radiosa e ha rinunciato al male, c’è sempre benessere. Una mente serena e tranquilla è la quintessenza, lo scopo dell’esistenza umana.

Quando gli altri dicono cose che ci piacciono, sorridiamo. Se dicono cose che ci dispiacciono, diventiamo accigliati. Com’è possibile che tutti i giorni gli altri dicano solo cose che ci piacciano? È possibile? Perfino i vostri figli, hanno mai detto cose che non vi piacciono? Avete mai fatto arrabbiare i vostri genitori? Non solo gli altri, ma anche le vostre stesse menti possono farvi arrabbiare. A volte le cose che pensiamo non sono piacevoli. Che potete fare? Tutt’a un tratto, mentre state camminando, potreste dare un calcio al ceppo di un albero … Dump! … « Ahi! » … Dov’è il problema? E comunque, chi è che ha dato il calcio? Con chi potete prendervela? L’errore è solo vostro. Anche le nostre stesse menti possono causarci dispiacere. Se ci pensate, vedrete che è vero. A volte facciamo cose che non ci piacciono. Tutto quello che potete dire è: « Accidenti! » Non potete incolpare nessuno.

Nel buddhismo ottenere meriti o benedizioni consiste nel rinunciare a ciò che è sbagliato. Quando abbandoniamo l’errore, non siamo più in torto. Quando non c’è più tensione, c’è calma. La mente calma è una mente pulita, non vi albergano pensieri rabbiosi, è chiara. Come possiamo rendere chiara la mente? Solo conoscendola. Ad esempio, potreste pensare: « Oggi sono proprio di cattivo umore, tutto quello che guardo mi urta, perfino i piatti nella credenza. » Potrebbe venirvi il desiderio di romperli, uno per uno. Qualsiasi cosa guardiate pare brutta. Le galline, le anatre, i gatti e i cani … odiate tutto. Tutto quello che vostro marito dice vi suona offensivo. Anche guardare nella vostra stessa mente non vi soddisfa. Che potete fare in questa situazione? Da dove viene questa sofferenza? È quel che si dice “non avere meriti”. Ora in Thailandia quando qualcuno muore si dice che i suoi meriti sono finiti. Non è così. C’è un gran numero di persone ancora in vita i cui meriti sono già finiti. Questa è gente che non sa cosa siano i meriti. La mente cattiva ammucchia solo sempre più cattiveria.

Prendere parte a queste gite per accumulare meriti è come costruire una bella casa senza prima preparare l’area sulla quale dovrà sorgere. Non molto tempo dopo la casa crolla, vero? Il progetto non era buono. Ora dovete provare di nuovo, provare una via diversa. Dovete guardare dentro di voi, guardare le mancanze nelle vostre azioni, nelle vostre parole e nei vostri pensieri. In quale altro posto volete praticare, se non nelle vostre azioni, nelle vostre parole e nei vostri pensieri? La gente si perde. Vuole andare a praticare il Dhamma dove c’è vera tranquillità, nella foresta e al Wat Pah Pong. È un posto tranquillo il Wat Pah Pong? No, non è davvero tranquillo. È a casa vostra che c’è vera tranquillità.

Se avete saggezza, ovunque andiate sarete liberi da preoccupazioni. L’intero mondo va bene così com’è. Tutti gli alberi della foresta vanno bene così come sono, ce n’è di alti, bassi, cavi … di tutti i tipi. Sono semplicemente nel modo in cui sono. Ignorando la loro vera natura, forziamo le cose e applichiamo a essi le nostre opinioni. « Oh, quell’albero è troppo basso! Quell’albero è cavo! » Quegli alberi sono semplicemente alberi, sono meglio di noi.

È per questa ragione che ho fatto attaccare quelle frasi agli alberi. Lasciate che gli alberi v’insegnino. Avete già imparato qualcosa da loro? Dovreste cercare di imparare almeno una cosa. Ci sono così tanti alberi, ognuno di essi ha qualcosa da insegnare. Il Dhamma è ovunque, è in ogni cosa della natura. Dovreste capirlo. Non andate a prendervela con la buca perché è troppo profonda. Voltatevi, e guardatevi il braccio! Se potete vedere questo, sarete felici.

Se ottenete meriti o virtù, preservateli nella vostra mente. È il miglior posto per conservarli. Fare meriti come avete fatto oggi va bene, ma questo non è il modo migliore. Costruire edifici va bene, ma non è la cosa migliore. È meglio costruire la vostra mente, facendola diventare buona. Realizzate questa perfezione dentro la vostra mente. Le strutture esteriori, come questa sala, sono la “corteccia” dell’“albero”, non il “durame”.

Se avete saggezza, ovunque guardiate ci sarà il Dhamma. Se mancate di saggezza, anche le cose buone si trasformeranno in cattive. Da dove viene la cattiveria? Solo dalle nostre menti, ecco da dove. Guardate come cambia, questa mente. Tutto cambia. Marito e moglie andavano perfettamente d’accordo, potevano parlare serenamente. Un giorno, però, il loro umore va male e tutto quello che dicono pare offensivo. La mente s’è rovinata, è cambiata di nuovo. È così che stanno le cose.

Per rinunciare al male e coltivare il bene non dovete andare a cercare altrove. Se la mente s’è rovinata, non state a esaminare questa o quella persona. Guardate solo la vostra mente e scoprite da dove vengono questi pensieri. Perché la mente pensa queste cose? Comprendete che tutto è transitorio. L’amore è transitorio, l’odio è transitorio. Avete mai amato i vostri figli? Ovviamente. Li avete mai odiati? Anche in questo caso risponderò per voi. A volte li avete odiati, o no? Potete gettarli via? No, non potete gettarli via. Perché no? I figli non sono pallottole, (2) vero? Le pallottole sparano fuori, ma i figli sparano proprio sui genitori. Se sono cattivi, questo si ripercuote sui genitori. Potreste dire che i figli sono il vostro kamma. Ce ne sono di buoni e di cattivi. Sia il bene sia il male sono proprio qui, nei vostri figli. Però anche un figlio che ha problemi è prezioso. Può essere nato con la polio, storpio e deforme, ma essere anche più prezioso degli altri. Ogni volta che vi allontanate di casa per un po’, dovete lasciare un messaggio: « Bada al piccolo, non è così forte. » Lo amate anche più degli altri.

Dovreste impostare per bene la vostra mente, metà amore e metà odio. Non prendetene solo uno, abbiate sempre entrambi gli estremi nella mente. I vostri figli sono il vostro kamma, sono adatti ai loro genitori. Sono il vostro kamma, perciò dovete assumervi le vostre responsabilità. Se vi fanno davvero soffrire, ricordate a voi stessi: « È il mio kamma ». Se vi rendono contenti, ricordate a voi stessi: « È il mio kamma ». A casa ci si sente talvolta così frustrati da voler solo scappare via. Ci si sente così male che alcuni pensano perfino di impiccarsi! È il kamma. Dovete accettare questo dato di fatto. Evitate le cattive azioni, e poi sarete in grado di vedere voi stessi con maggiore chiarezza.

È per questa ragione che contemplare le cose è così importante. Di solito la gente quando pratica meditazione usa un oggetto di meditazione, come Bud-dhoDham-mo o San-gho. Potete rendere le cose ancora più semplici. Quando vi sentite irritati, ogni volta che la mente va male, dite solo: « Ecco! » Quando vi sentite meglio, dite solo: « Ecco, non è una cosa certa! » Se amate qualcuno, dite solo: « Ecco! » Se sentite che state per arrabbiarvi, dite solo: « Ecco! » Capite? Non dovete andare a cercare nel Tipitaka (3). Solo “ecco”. Significa “è transitorio”. L’amore è transitorio, l’odio è transitorio, il bene è transitorio, il male è transitorio. Come potrebbero essere permanenti? Dov’è una qualche permanenza?

Potreste dire che sono permanenti perché invariabilmente impermanenti. Da questo punto di vista si tratta di cose certe, non diventano mai qualcos’altro. Per un minuto c’è amore, nel minuto successivo c’è odio. Così stanno le cose. In questo senso sono permanenti. Per questa ragione penso che quando sorge l’amore, dovete solo dire: « Ecco! » Si risparmia un sacco di tempo. Non è necessario dire: aniccadukkhaanattā (impermanente o instabile, insoddisfacente, non-sé). Se non volete lunghi temi di meditazione, usate solo questa semplice parola. Se sorge l’amore, prima che vi perdiate completamente in esso, dite a voi stessi: « Ecco! » È sufficiente.

Tutto è transitorio, ed è permanente solo in quanto è invariabilmente così. Basta vedere solo questo per vedere il cuore del Dhamma, il vero Dhamma. Ora, se ognuno dicesse più spesso “ecco”, e lo applicasse a se stesso per addestrarsi, l’attaccamento diminuirebbe sempre più. La gente non sarebbe così bloccata nell’amore e nell’odio. Non si attaccherebbe alle cose. Riporrebbe la sua fiducia nella Verità, non in altre cose. Sapere solo questo è sufficiente, cos’altro avete bisogno di sapere?

Dopo aver ascoltato questo insegnamento, dovreste anche cercare di ricordarlo. Che cosa dovreste ricordare? Meditate … Capite? Se capite, con un “click!” il Dhamma entrerà in sintonia con voi e la mente si fermerà. Se c’è rabbia nella mente, dite solo: « Ecco! » È abbastanza, si fermerà immediatamente. Se non capite ancora, guardate la questione più in profondità. Se c’è comprensione, quando la rabbia sorge nella mente potete spegnerla solo con un: « Ecco, è impermanente! »

Oggi avete avuto l’opportunità di registrare il Dhamma sia interiormente che esteriormente. Interiormente, il suono entra attraverso le orecchie per essere registrato nella mente. Se non riuscite a farlo non va bene, il vostro tempo al Wat Pah Pong sarà sprecato. Registratelo esteriormente, e registratelo interiormente. Questo registratore che sta qui non è poi così importante. La cosa davvero importante è il “registratore” nella mente. Il registratore è deperibile, ma se il Dhamma raggiunge la mente è indeperibile, resta lì per sempre. E non dovete sprecare soldi per le batterie.

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(1) “Cercare meriti” è una frase comunemente utilizzata dai thailandesi. Si riferisce alla consuetudine di recarsi nei monasteri (“wát”, tempio) per porgere omaggio a venerati maestri e fare offerte.

(2) È un gioco di parole tra luuk (ลูก)che significa figli, e luuk puen (ลูกปืน), che letteralmente significa “figli del fucile”, ossia pallottole.

(3) Tipitaka. Il Canone buddhista in pāli.