SanghaStoria

Storia 8. Il cuore nel posto giusto

Nella newsletter dell’ottobre 1997 si annuncia il nostro imminente trasferimento nella nuova proprietà acquistata a Poggio Nativo.

“Cari amici,

dopo sette anni e mezzo in Sezze Romano, Santacittarama sta traslocando nella nuova sede fra i monti Sabini, in provincia di Rieti. Mentre state leggendo questo articolo potremmo già aver traslocato – supponiamo di essere sul posto alla fine di novembre. Naturalmente ogni grande cambiamento fa nascere nel cuore un’infinità di sensazioni. Da un lato la tristezza di lasciare Sezze, dove abbiamo instaurato numerose amicizie ricevendo molto calore e gentilezza. Ma d’altra parte c’è anche l’eccitazione e l’avventura di cominciare qualcosa di nuovo.

Il passaggio di proprietà è stato firmato il giorno precedente la partenza dell’ambasciatore thailandese e di sua moglie, ai quali siamo realmente debitori per il successo di questo progetto. Di cuore auguriamo loro molta serenità. Esprimiamo inoltre profonda gratitudine allo staff della Reale Ambasciata di Thailandia, che si è generosamente e senza limiti prodigato e a tutti coloro che hanno sostenuto questo progetto persino dalla Svizzera, Thailandia e Australia.”

 

In realtà Ajahn Chandapalo si trasferì nel nuovo monastero il 31 ottobre e per qualche settimana il sangha occupò entrambe le proprietà, fino a quanto la gran parte delle cose non furono traslocate. Durante gli anni si tende ad accumulare un incredibile ammontare di roba, e questo è vero in particolar modo nei monasteri dove, oltre alla più consueta mobilia, ci sonno oggetti come le immagini del Buddha, alcune delle quali possono pesare centinaia di chili.

 

L’ingresso al monastero

Tutto sarebbe stato molto più complesso se non ci fosse stato l’aiuto di una giovane donna thai che viveva a Firenze, la quale nei fine settimana mise a disposizione il camion del marito. Lei lo guidava fino a Sezze, per una distanza di circa 400 Km, dove avremmo caricato il camion, poi lei avrebbe guidato fino a Poggio Nativo per scaricare e infine ritornare a casa. Questo lo fece per ben 5 volte! Riuscimmo anche a smontare le due kuti che avevamo nel giardino di Sezze, trasportarle sul camion e poi rimontarle nel bosco del nuovo monastero.

Il primo dana nel nuovo monastero

Nella Forest Sangha Newsletter dell’aprile 1998 si riporta:

“Il terreno del monastero è incantevole e lo stiamo in parte ancora esplorando. Alla fine di un lato della proprietà c’è un gruppo di tre grotte, due delle quali sono sufficientemente alte per starvi in piede e probabilmente profonde 8-10 metri. Un appartato sentiero costeggia nel bosco il torrente per circa mezzo chilometro dove predominano le piante di quercia fino ad una vecchia rovina vicino alla parte opposta e finale della proprietà. Questa rovina è nascosta fra gli alberi e si dice che fosse stata un’area di sosta per il cambio dei cavalli quando la vecchia “via del sale” (la Salaria) passava lì vicino. Con molta probabilità i cavalli erano tenuti al piano terra, mentre al piano superiore vivevano le persone. E’ un angolo molto isolato e affascinante, con la vegetazione che cresce tutt’attorno, dentro e fuori dai muri di pietra. Pensiamo che possa divenire un bellissimo “giardino da meditazione”, con il sole che vi filtra in inverno e l’ombra fornita dalle piante in estate.

Monaco al rudere

Continuando a camminare oltre la nostra proprietà è possibile raggiungere la strada che conduce al paese di Poggio Nativo, oppure ad un cimitero abbandonato, dove si possono facilmente vedere ossa umane far capolino dalle tombe in rovina. Che cosa potrebbe chiedere di più un monastero della Foresta? Alberi, grotte e accanto anche un cimitero abbandonato!

Le grotte

Nella nostra newsletter dell’aprile 1998 si riferisce del momento dell’arrivo: [tratto da Paramita n.67, lug-set 1998]

Santacittarama: il “cuore” ha trovato la sua dimora

Santacittarama – il “Giardino del Cuore Sereno” – ha finalmente trovato una dimora adatta vicino a Rieti che è considerato il centro geografico d’Italia.

Già dal suo arrivo a novembre, in questo tranquillo luogo di campagna, il “Sangha della Foresta” si è sentito più vicino alle sue radici. Infatti mentre la primavera si stava affacciando, negli ultimi mesi il Sangha era in piena fioritura avendo più che raddoppiato il proprio numero, passato a sette componenti: quattro monaci, due anagarika e una monaca.

Il cimitero abbandonato con in fondo Poggio Nativo

Dopo la gran fatica del trasloco e della sistemazione, è stato un sollievo rallentare i ritmi sotto le feste di Natale e passare gran parte del mese di gennaio nella calma silenziosa di un ritiro monastico. Vivendo in modo semplice, sedendo in meditazione, camminando e godendo con consapevolezza della natura circostante, ci si è gradualmente rilassati e abituati a ciò che ancora sembrava essere quasi irreale. Dallo spazio gioioso dell’essere silenziosamente presenti, è sorto un profondo senso di gratitudine per tutti coloro che ci hanno aiutato a realizzare quello che per lunghi anni non era sembrato che un sogno.

Il ruscello al confine della proprietà

Tutti i visitatori laici hanno espresso la loro gioia e un grande entusiasmo per il nuovo monastero. Nei pochi mesi che abbiamo passato qui, abbiamo ricevuto visite anche da gente venuta da molto lontano, dalla Sicilia alla Svizzera – ma la distanza non è un ostacolo per chi ha determinazione! Una mattina dei primi di marzo sono arrivati 70 thailandesi – che avevano viaggiato per 1.000 km tutta la notte dalla Svizzera, in un autobus a due piani – giunti per celebrare la tradizionale Cerimonia delle Offerte in quel loro modo gioioso e devoto. E all’alba del giorno dopo hanno ripreso la lunga via del ritorno. Siamo stati anche onorati della visita di Ajahn Sumedho che, sebbene stesse conducendo un ritiro ad Amaravati in Inghilterra, lo ha interrotto per venire ad assistere a questa celebrazione. Con l’arrivo quasi contemporaneo di Ajahn Vajiro, abate del monastero Bodhinyanarama in Nuova Zelanda, e di Ajahn Samvaro, vice abate del monastero internazionale in Thailandia, l’incontro è diventato una specie di inaugurazione informale. Hanno partecipato infatti il nuovo ambasciatore thailandese con la sua famiglia e lo staff diplomatico, oltre a numerosi amici di ogni nazionalità, gremendo così la nuova tenda, finita di montare appena in tempo. Più tardi, mentre gli ospiti thailandesi visitavano Roma, Ajahn Sumedho ha offerto agli italiani alcune utili riflessioni sul Dhamma, abilmente tradotte dal prof. Corrado Pensa.

Geshe Gedun Tharchin e prof. Corrado Pensa, tra i primi visitatori

Anche il rapporto con i vicini è iniziato sotto dei buoni auspici. Vedendo quanto avessimo bisogno di aiuto mentre tentavamo disperatamente di liberare dal fango il camion di un amico in cui erano stipate le prime masserizie da Sezze, il nostro vicino agricoltore si è gentilmente offerto di trainarlo con il suo trattore su un terreno sicuro; da allora viene regolarmente a trovarci portando offerte della sua coltivazione biologica o biscotti fatti in casa dalla moglie. È stata una magnifica esperienza che proprio la prima persona del luogo che abbiamo incontrato si dimostrasse così gentile e generosa. Anche gli amministratori locali si sono dimostrati molto gentili e disponibili, pur nella confusa situazione in cui ci siamo trovati, essendo la proprietà nel comune di Poggio Nativo ma con accesso attraverso il comune di Frasso Sabino, per cui abbiamo dovuto presentarci a tutti e due i comuni.

La mancanza di una grande sala di meditazione è stata temporaneamente risolta con l’installazione di una grande tenda che dovrebbe essere forte abbastanza da resistere un po’ di anni. Infatti, fino al giorno in cui ci sarà il permesso e il denaro sufficiente per poter costruire una vera sala di meditazione, questa dovrà bastare per accogliere i vari possibili incontri, soprattutto durante i mesi non invernali.

Già a Pasqua era nuovamente piena di gente per il Capodanno Thailandese. Il 10 maggio, in una splendida domenica di sole, si è celebrato il Vesak, in cui si festeggiano la Nascita, l’Illuminazione e il Parinibbana del Buddha.

I lavori preparativi per la costruzione del tendone

Che tutti gli esseri ricevano metta e i nostri migliori auguri dal “Giardino del Cuore Sereno”.